La perdita di uno o più elementi dentari nel mascellare superiore provoca un riassorbimento osseo irreversibile del processo alveolare, il quale diventa più sensibile alla pneumatizzazione del seno mascellare incrementando l’atrofia della cresta ossea. Ne consegue una riduzione della disponibilità ossea per il posizionamento implantare. Il rialzo del seno mascellare permette di ottenere nuovo tessuto osseo in senso verticale tra il pavimento del seno mascellare e la membrana scollata. Gli impianti possono essere inseriti nella stessa fase chirurgica o dopo un periodo di guarigione di 6-9 mesi. La procedura è predicibile e il successo implantare è maggiore del 90%. Tra le controindicazioni assolute si annovera uno spessore della membrana Schneideriana > 5 mm, con conseguente rischio di ostruzione del complesso ostio-meatale, e grave infezione. Tra le controindicazioni relative rientrano le ostruzioni dell’ostio, l’ipertrofia della membrana di Schneider, i processi infiammatori acuti e cronici, i mucoceli e le neoplasie benigne del seno mascellare. In queste condizioni, il paziente dovrebbe risolvere la patologia sinusale prima di sottoporsi all’intervento. Ciò si traduce in due o tre sedute chirurgiche con evidente discomfort per il paziente. Recentemente, è stata descritta una procedura chirurgica one-step che include il trattamento della patologia sinusale mediante FESS (functional endoscopic sinus surgery) e contestuale grande rialzo di seno mascellare. Tale procedura si è dimostrata efficace con risultati clinici e radiologici predicibili e paragonabili ad un approccio multi-step.
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