I sostituti ossei equini producono risultati sovrapponibili a quelli dei sostituti ossei omologhi.
La scheda riassume i risultati di uno studio clinico retrospettivo riguardante le fratture di calcagno pubblicato nel 2017 sul The Journal of Foot & Ankle Surgery, relativamente a pazienti che sono stati trattati con due differenti tipologie di innesto: chips o blocchi derivati da tessuto spongioso di origine equina (Osteoplant, Bioteck) oppure un innesto osseo di origine omologa. Le analisi hanno mostrato che la distribuzione ed incidenza delle complicanze, tutte attese in questo tipo di chirurgia, non erano significativamente differenti tra i due gruppi. All’ultimo follow-up i pazienti avevano punteggi funzionali sovrapponibili. Gli autori concludono che il sostituto osseo equino appare una valida alternativa all’utilizzo del tessuto osseo omologo.