La necessità di dover effettuare una ricostruzione scheletrica segmentarla più o meno estesa, ovvero di dover procedere ad osteointegrazione nel corso di revisioni protesiche, chirurgia oncologica, riduzione ed osteosintesi di fratture complesse e trattamenti di pseudoartrosi, costituiscono una evenienza tutt’altro che rara in ortopedia e traumatologia. Pur essendo universalmente nolo che il miglior materiale resta l’osso autoplastico, non sempre è possibile ricorrere ad esso, per limiti di quantità e di morbilità connessi al prelievo.
Da oltre 6 anni, presso l’UOA di Ortopedia e Traumatologia di Belluno, viene utilizzato come alternativa all’ostcointegrazione autologa ed omologa l’Osteoplant (Biotcck srl), osso deantigenato di derivazione animale (equina e suina), disponibile in forme e dimensioni diverse in confezione sterile, e conservabile a temperatura ambiente in sala operatoria, quindi immediatamente disponibile. Associamo, pressoché costantemente, a detto materiale il gel piastrinico autologo. Presentiamo la nostra casistica relativa a 50 casi trattati.